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Bye, bye baby
tecnica
acrilico su tela
dimensioni
120x80 cm
spessore
4 cm
anno di realizzazione
2025
Il dipinto “Bye, bye, baby”, citazione di una celebre canzone di Marilyn, rappresenta la diva mentre sfreccia sopra un ponte di New York a bordo della sua potente Thunderbird, auto che, nonostante il divieto sulle strade californiane, poteva raggiungere una velocità massima superiore ai 180km/h; acquistata dalla diva nel 1956, Marylin Monroe era legatissima all'auto, con la quale si recò alle nozze civili celebrate con il commediografo Arthur Miller.
La scenografia, all’interno della quale svetta in primo piano Il “New Yorker”, hotel di lusso in stile Art Déco costruito nel 1929 all’epoca d’oro del jazz, richiama l’atmosfera di “Giungla d’asfalto”, il film noir di John Houston del 1955 che, nonostante il piccolo ruolo della Monroe, riuscì a catturare l’attenzione della stampa e del pubblico lanciandone la carriera.
In questo noir sui generis, non ci sono protagonisti veri e propri, ma ognuno si rende figura essenziale per raccontare la condizione (dis)umana di qualsiasi realtà metropolitana, una giungla d’asfalto in cui la storia della miseria di uno è la tragica storia di tutti, senza manicheismi e soprattutto senza ipocrisie morali di sorta.
La rapida Thunderbird sta per varcare il ponte, addentrandosi nel folto dei palazzi che luccicano nel cielo tenue come gioielli adagiati nel velluto. La ragazza si volta per un attimo ancora, cercando forse un segno, una traccia che le dia la stima di ciò che si è lasciata alle spalle. Stupore, eccitazione, paura le corrono nello sguardo.
Le parole di una vecchia canzone le risuonano nella mente, è un addio o un arrivederci? I grattacieli occhieggiano sornioni come grandi belve assonnate, la attendono immobili tra le luci cangianti, esigenti, scettici e un po’ curiosi…per quali strade la giovane Norma Jean è diventata Marilyn?







