Le opere di Giò Stefan (nome d’arte di Giovanna Stefanutti) si distinguono per il singolare gusto narrativo della rappresentazione, maturato sulla base di diverse influenze, dall’esperienza nell’arredamento degli interni, alla passione per il Cinema Hollywoodiano degli anni Cinquanta e Sessanta, ai ricercati riferimenti letterari.
L’elaborazione stilistica è attenta alla compenetrazione tra forme e spazio, capace di esprimere un’indagine psicologica delle figure che spesso supera la contingenza della singola scena.
Nel suo lavoro i riferimenti all’opera di Tamara De Lempicka degli anni Trenta si intrecciano con il realismo fotografico e le atmosfere sospese di Jack Vettriano. La studiata struttura compositiva spesso privilegia i tagli in diagonale che generano dinamismo e amplificano la percezione dello spazio. La profondità è data dalla scansione dei piani definiti dalla luce che penetra tra gli arredi e gli oggetti. A volte una frammentazione luminosa avvolge le figure in un continuum reso attraverso stesure liquide di colore che alternano campiture scure a bagliori e riflessi. Il design degli interni così come gli elementi architettonici caricano di connotazioni sociali e culturali lo spazio vissuto e concorrono a determinare la psicologia delle figure.
Tali aspetti emergono in modo più stringente nella serie di opere dedicate ai classici film di Hollywood, in cui Giò Stefan indaga la complessità della relazione uomo-donna. In ogni sua opera un particolare fotogramma viene decontestualizzato e ristrutturato attraverso i contrasti cromatici e la selezione dei dettagli.
L’artista si sofferma sull’intraprendenza e l’imprevedibilità femminili, selezionando in un frame un’espressione di sorpresa, o un’inaspettata reazione del partner, che a volte lasciano trasparire una sottile ironia. In opere quali Side by Side, Kitchen stories, The Great Gatsby, Paris Blues, i volti degli interpreti di celebri film come Colazione da Tiffany o Il Grande Gatsby divengono protagonisti di una “storia infinita” aperta a molteplici livelli di lettura secondo l’attuale visione contemporanea.
Le citazioni letterarie che spesso corrono liberamente lungo i margini sono tratte da testi di pensatori, poeti, filosofi di epoche diverse. Il suggestivo intreccio tra parola e immagine amplifica i possibili significati dell’opera invitando l’osservatore a intraprendere diversi percorsi interpretativi.
Roberta Gubitosi